Questo bel castello abbandonato rappresenta una delle vestigia dell’importante attività industriale che ha segnato il periodo di massimo splendore della zona di Cheratte, nella provincia di Liegi in Belgio, durante il XIX e XX secolo. Nel 1913, il vecchio castello fu acquistato dai discendenti della famiglia Saroléa, una famiglia di imprenditori nell’estrazione del carbone.
Successivamente, il castello fu attrezzato per ospitare la residenza del direttore della miniera di carbone, di poco distante, mentre un’ala fu riassegnata a un’infermeria e a un ospedale. Non lontano dal castello ci sono altre tre torri di estrazione, superbi monumenti di archeologia industriale e un’importante città operaia di 200 case.
Questo importante castello, risalente al XVII sec., dallo stile architettonico proprio di questa regione chiamato Mosan Renaissance, si sviluppa in mattoni, pietra calcarea e tufo riprendendo i metodi usati in precedenza di intelaiatura in legno in cui veniva incorporato un nuovo materiale. Le finestre con intelaiatura in pietra, architravi decorati e strati alternati di mattoni e pietra sono caratteristiche di questo stile. I materiali più utilizzati erano endemici delle regioni in cui prevaleva la Mosan Renaissance, vale a dire calcare blu (noto anche come pietra di Namur), mattoni e mergel (un tipo di gesso ).
Eretto intorno al 1643 su richiesta del signore di Cheratte, Gilles de Saroléa, fu poi rimaneggiato più volte nel XVIII e XIX secolo. E’ composto da una grande costruzione centrale in doppio corpo delimitata da due padiglioni laterali perpendicolari e da una torre quadrata, sormontata da un tetto a bulbo. La porta d’ingresso dell’ala principale è coronata da un eccezionale pannello frondoso ornato dal monogramma GDS, coronato e inscritto in una ghirlanda.
Non lontano dal castello che oggi è sotto controllo della sovrintendenza alle belle arti, ci sono tre torri di estrazione mineraria, splendidi monumenti di archeologia industriale oltre a un’importante città di 200 case sviluppata per dare alloggio agli operai della miniera molti dei quali di origine italiana. La miniera di carbone è stata una delle ultime miniere valloni in attività; ha chiuso i battenti il 31 ottobre 1977.
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