Una villa abbandonata in stile liberty “riqualificata” in stalla e porcile, questo è quello che ci troviamo davanti agli occhi dopo averla raggiunta.
Entriamo dal viale d’accesso principale che troviamo aperto e giunti in prossimità dell’ingresso ci accorgiamo che non si tratta di una vera e propria villa abbandonata.
Troviamo una Jeep parcheggiata al suo esterno con gli sportelli aperti, un cane attaccato a una lunga catena e molte balle di fieno sparse dappertutto. A questo punto attuiamo la strategia dei “bravi ragazzi” cercando di richiamare l’attenzione di qualcuno che in effetti si palesa poco dopo circondato da capre e cani pastore. Gentilissimo, il signore che incontriamo ci permette di visitare la villa accompagnandoci e raccontandoci la sua storia.






Si tratta di un’opera del 1898 voluta da un conosciuto barone che ne commissionò la costruzione all’architetto Ernesto Basile che tra le sue opere annovera anche la costruzione della Camera dei Deputati di Palazzo Montecitorio e la così detta sala Transatlantico.
La villa, in realtà, era stata concepita come un’ utopistica colonia agricola che non vide mai un effettivo sviluppo.
Il gentile signore che ci accompagna nell’esplorazione racconta come la villa per un certo periodo fosse stata riqualificata in location per eventi e ristorante e di come, dopo il fallimento della società, la villa sia stata abbandonata e trasformata in stalla per pecore e porcile per maiali: “solo così riesco a evitare che i ladri rubino anche le pietre dai muri, presidiando il luogo”.

































Una bellissima testimonianza del periodo liberty in Sicilia che piano piano va perdendosi nell’oblio dei ricordi.
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