Caldo, caldo, un caldo che ti fa mancare l’aria. Praticare l’esplorazione urbana d’estate in Sicilia è proibitivo, il sole fiacca qualunque aspirazione di ricerca. La speranza di trovare qualche angolino ombreggiato ci fa percorrere più strada di quanto se ne dovrebbe fare per raggiungere questa masseria abbandonata nelle campagne isolane.
Grande, cinta da muretti a secco e dal terreno coltivato a grano, completa di una piccola cappella privata ormai quasi del tutto distrutta e sorretta da un’approssimativa impalcatura in legno. Troviamo la masseria abbandonata con le porte spalancate, l’interno vandalizzato che ancora conserva i pavimenti, l’elemento più ricercato tra i ladri.
Molte stanze invase da piccioni e rondini che ci tengono compagnia durante l’esplorazione, pochi complementi d’arredo ma quelli che troviamo risultano interessanti e di un certo pregio. La masseria abbandonata ci ricorda quale fossero, in tempi passati, la grandezza e le origini delle nostre radici e, allo stesso modo, la sua condizione attuale sottolinea la volontà di dimenticarle.