Risalente al 1490, questo centro termale abbandonato ebbe una storia florida e ricca di importanza, infatti era frequentato da personalità illustri che cercavano conforto agli acciacchi del tempo. Si racconta che la Contessa di Gorizia dopo aver visitato le terme guarì da acuti dolori articolari e così, in segno di gratitudine, fece costruire una piccola chiesa nel villaggio vicino.
Divennero così frequentate che nel 1692 fu costruita la cappella nella quale venivano raccolte le stampelle lasciate dai malati miracolosamente guariti.
I rumori provenienti dalla struttura erano inquietanti, il legno scricchiolava sotto il peso della neve e questa volta l’evidente pericolo non invogliava proprio ad addentrarsi. Ci limitiamo a fotografare la struttura dal di fuori, azzardando a entrare la macchina fotografica dalle finestre ma nulla di più.
Continuiamo la nostra escursione e poco più avanti incontriamo una specie di capannone facente parte del complesso termale. Ci avviciniamo, entriamo e sin da subito captiamo qualcosa di strano. Siamo più alti delle porte, com’è possibile? Ci accorgiamo di camminare su quella che una volta era una slavina, le porte erano state quasi del tutto inghiottite dal fango ormai secco. Una sensazione agghiacciante pensare con quale forza questa massa di terra si sia abbattuta sulla struttura e ne abbia completamente invaso gli interni.
Dopo alcune discese sulle splendide piste da sci tirolesi, decidiamo di fare una passeggiata lungo un sentiero di due chilometri che ci conduce ad un altro complesso termale abbandonato e in rovina. Anch’essi risalenti al periodo medievale, questi bagni termali furono utilizzati nel 1856 come sanatorio e, successivamente, trasformati in Grand Hotel. Nel 1939 la struttura fu venduta all’asta ma venne lasciata all’incuria. Diversi i progetti di recupero, oggi rimane solo un rudere che ricorda i fasti di un tempo passato.
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